ESCLUSIVA INTERNEWS08.IT – Quale futuro per i nerazzurri? Abbiamo chiesto a Stefano Olivari, giornalista de Il Guerin Sportivo e fondatore di Indiscreto, oltre che profondo conoscitore del mondo Inter, un parere sulle prestazioni della squadra e sulle mosse della società nerazzurra.
Signor Olivari, si parla in queste settimane della strategia di mercato dell’Inter. Dalla possibile cessione di Hakan Calhanoglu alla complicata campagna acquisti in attacco, come si sta muovendo secondo Lei la dirigenza nerazzurra in questo senso? Quali sono le priorità dell’Inter nel calciomercato estivo, considerando i recenti sviluppi?
Impossibile giudicare un calciomercato a due mesi dalla sua fine, ma per quanto riguarda Calhanoglu la situazione è chiara. Dal punto di vista emotivo il suo ciclo all’Inter è senz’altro finito a Monaco, con un’altra partita della vita giocata in maniera anonima. Rimane un grande giocatore, ancora integro al di là dei mezzi infortuni come quello attuale. Ha senso che rimanga soltanto con motivazioni super, se no meglio per tutti che vada al Galatasaray una volta che Marotta e Ausilio avranno almeno identificato il sostituto. Le priorità assolute sono un altro giocatore, oltre a Luis Henrique (per lo meno il Luis Henrique teorico), che salti l’uomo, e l’erede di Acerbi.
L’avvio di Cristian Chivu sulla panchina nerazzurra è stato viziato da una stagione lunga: come sta lavorando secondo Lei il nuovo tecnico nerazzurro e come ha visto la squadra in queste prime gare?
È entrato in scena con la testa giusta, sa che come allenatore questo è il treno della vita. In queste tre partite l’Inter è cresciuta alla distanza e non era scontato visto che nessuno sa se siamo all fine della scorsa stagione o all’inizio di quella nuova. Positiva la gestione della rissa alla fine della partita con il River, con polso ma senza fare l’esagitato. Rimane una scommessa, non proprio come Stramaccioni visto che lui ha un ottimo passato come calciatore oltre che 13 partite in A come allenatore, ma sempre una scommessa oltre che una soluzione di ripiego dopo la superficialità con cui si è trattato Fabregas, e i tempi sbagliati con De Zerbi. Però dal punto di vista di Chivu la grande chance è arrivata, adesso sta a lui.
Prestazioni dei nuovi acquisti: come valuta le prestazioni dei nuovi acquisti dell’Inter, Luis Henrique e Sučić, e quali sono le Sue aspettative sul loro contributo alla squadra?
Luis Henrique benino con il Monterrey e malino con l’Urawa, ma era il tipo di giocatore che serviva. Se fallirà non sarà certo per motivi tattici. Sucic quel poco che ha giocato lo ha giocato meglio, per come vede il 3-5-2 Chivu potrebbe anche essere l’erede di Calhanoglu. Pur con caratteristiche molto diverse.
Obiettivi stagionali: quali sono secondo Lei gli obiettivi dell’Inter per la prossima stagione, considerando il fatto che la stagione 2025/2026 sarà colma di impegni come questa passata e con interpreti diversi?
In tanti si stanno strutturando come instant team, dal Milan al Napoli e secondo me alla fine di agosto anche la Juventus sarà così. Insomma, un po’ quello che è stata l’Inter recente. Considerando le difficoltà finanziarie delle romane e l’asterisco su Juric, l’obbiettivo non può quindi che essere lo scudetto. Con la consapevolezza che due finali di Champions nelle ultime tre stagioni sono state qualcosa di enorme, per una squadra che come cilindrata valeva non oltre i quarti. Merito soprattutto di Simone Inzaghi, con buona pace dei media embedded e di chi li ispira.
Situazione finanziaria: come vede la situazione finanziaria del club, e come può influire secondo Lei sulle decisioni di mercato e sugli investimenti nella rosa?
Il rifinanziamento del bond consente un discreto risparmio sugli interessi, al di là del fatto che il nuovo finanziamento sarà di importo inferiore. Il margine per andare a prendere Yamal o Haaland non c’è. Però c’è quello per un paio di azzardi da 20-25 milioni o su uno più pesante come potrebbe essere il Leoni della situazione. Da disinnescare il meccanismo che ha portato verso l’alto tutti gli ingaggi lordi, a costo di cessioni dolorose. Ragionando come De Laurentiis, sarebbe il momento di Barella.
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