Inter, Carlos Augusto a tutto tondo nella sua ultima intervista a La Gazzetta dello Sport. Il brasiliano ha le idee chiare, e lascia trasparire confidenza nei suoi mezzi. Carlos Augusto non si è sottratto nemmeno alle domande scomode, lanciando una stoccata velata al proprio ex allenatore, Simone Inzaghi. Inoltre, l’ex Monza ha parlato della rivalità per la fascia sinistra con Federico Dimarco. Ecco le sue parole.
FLUMINENSE, CATTIVI COME IL RIVER PLATE? – “No, forse un po’ meno… Ma, al di là degli scontri fisici, col River abbiamo vinto con la tecnica e ne servirà ancora di più col Flu che ha mostrato molta qualità: se non si sta attenti si rischia, ma siamo preparati a tutto. Agonismo esagerato? Ma no, in Libertadores spesso le partite sono così! Non parlo di quelle di un tempo, ma di quelle di oggi. Fa parte dello spettacolo. Siamo stati bravi anche noi a metterci la stessa loro forza, a rispondere colpo su colpo, a segnare al momento opportuno. Alla fine c’è stata un po’ di tensione, ma nulla di grave”.
DIMENTICARE LO SMACCO – “Sono già passate tre partite, la Champions è lontana e ci riproveremo il prossimo anno. Ne abbiamo parlato, bisogna sempre ricordare cosa abbiamo sbagliato perché non capiti più, ma poi la vita va avanti e il calcio ti dà sempre un’occasione. Prima della nuova stagione, vogliamo toglierci soddisfazioni anche in questo Mondiale per Club. Lo stiamo scoprendo un po’ alla volta, è una manifestazione bellissima. I sudamericani sono meno abituati a queste vetrine, ma anche gli europei ci tengono molto, per questo ogni partita è una trappola”.
SU PIO ESPOSITO – “È talmente maturo che si protegge da solo, serve solo la giusta pazienza e non caricarlo di responsabilità. Non si può pensare che adesso debba segnare in ogni partita. Che sia forte è evidente, ma in ritiro sto vedendo umiltà. Purtroppo, in Italia, quando un giovane viene da fuori, lo si esalta a prescindere e non capisco perché. Poi quando un talento vero arriva da un settore giovanile italiano, spesso la gente non si accorge subito di lui“.
MODELLO CHIVU – “Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, però ci conosciamo così in profondità che basta poco per connetterci, anche cambiando qualcosa. Il mister ci fa stare bene insieme e sta portando, poco a poco, idee leggermente diverse da prima. C’è più verticalità su palla rubata, più pressione quando perdiamo un possesso, forse anche più cattiveria, che è poi quello che avete visto contro il River. È importante anche questo, combattere senza paura di fare falli: stiamo provando a sentirci più liberi anche da questo punto di vista – riferimento ad Inzaghi e alle sue sostituzioni per gli ammoniti – perché poi abbiamo la tecnica per fare la differenza”.
CONCORRENZA DIMARCO – «Benissimo, c’è un rapporto ottimo. “Concorrenza” e “rivalità” nel calcio non sono parolacce: questa è l’Inter e c’è bisogno di tanti mancini. Anzi, siamo una bella comunità: Fede, Bastoni, io, dietro abbiamo pure Acerbi. Adesso c’è anche Carboni, ma lui deve fare la differenza davanti».