L’ex attaccante Mohamed Kallon ripercorre la sua esperienza all’Inter e ringrazia Massimo Moratti. Le dichiarazioni
Mohamed Kallon ripercorre la sua avventura all’Inter in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. L’ex centravanti classe 1979 della Sierra Leone ringrazia Sandro Mazzola e Mario Corso che sono stati fondamentali per il suo approdo in nerazzurro.
Inoltre, l’ex calciatore non può esimersi da spendere parole al miele nei confronti di Massimo Moratti. Presidente che – così come tutti all’Inter – lo ha fatto sentire a casa trattandolo come un figlio.
Le parole di Mohamed Kallon:
Sandro Mazzola e Mario Corso sono stati fondamentali. E all’Inter mi hanno trattato tutti come un figlio, a cominciare dal presidente Moratti
Dai ricordi più belli alle grandi delusioni: Mohamed Kallon rivive i suoi anni all’Inter di Moratti
Ex Inter, Mohamed Kallon: grazie a Massimo Moratti, ma che delusioni!
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L’attaccante ripercorre poi i passaggi più significatici della sua esperienza a Milano.
Dai ricordi più belli a quelli più negativi che sono ferite ancora aperte nel cuore dell’ex giocatore: il cinque maggio 2002 e l’eliminazione in semifinale di Champions League contro il Milan con un miracolo di Christian Abbiati su un suo tiro negli ultimi minuti che nega la qualificazione in finale all’Inter.
Il racconto di Mohamed Kallon:
Il gol per pareggiare contro la Juve di Zidane nel mio esordio con la Reggina. Con Possanzini eravmo una grande coppia. E poi l’inizio del2001-2002 con l’Inter: doppietta all’esordio col Perugia, 5 gol nelle prime 5 partite. C’erano Vieri, Adriano, Ronaldo, ma all’inizio i gol li facevamo io e Ventola…
Il 5maggio… Io che entro per Ronaldo qualche minuto dopo il gol del 4-2 di Simone Inzaghi…Che tristezza. Faccio fatica a parlarne. Nel 2002 e nel 2003ho vissuto le mie tre delusioni più grandi. La seconda se la ricordano tutti: ritorno della se mifinale di Champions contro il Milan. 0-0 all’andata, segna Shevchenko, entra Martins per Recoba, poi io per Crespo. Oba segna, io ho la palla della finale, Abbiati fa una parata assurda, e mi ritrovo la foto nello studio del mio agente di allora, Vigorelli, che era anche l’agente di Abbiati. Che beffa