Con un recente comunicato l’ordine degli architetti di Milano ha contestato l’operato di Beppe Sala in merito alla questione stadio di Inter e Milan, alle quali il primo cittadino del capoluogo lombardo ha proposto un progetto di ristrutturazione.
La telenovela relativa alla questione San Siro si arricchisce di un nuovo capitolo. Nelle ultime ore, infatti, l’ordine degli architetti di Milano ha voluto contestare le modalità adottate dal sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala, il quale ha affidato a Webuild uno studio di fattibilità per una possibile ristrutturazione dell’impianto.
Attualmente occupato da Inter e Milan, lo studio presentato in comune nei giorni scorsi ha trovato il parere positivo di entrambe le società, e questo lascia pensare che possa essere approvato nelle prossime settimane.
Stadio Inter, ordine degli architetti di Milano: serve un concorso pubblico di progettazione
Stadio Inter, l’ordine degli architetti di Milano blocca Beppe Sala. Il motivo
LEGGI ANCHE Calciomercato Inter, Beppe Marotta segue Mario Hermoso per la difesa. La situazione
Una modalità che però non ha trovato d’accordo l’ordine degli architetti di Milano, i quali non hanno certamente apprezzato le modalità usate dal sindaco Beppe Sala.
Il primo cittadino del capoluogo lombardo, infatti, avrebbe affidato il progetto senza alcun consorso pubblico, di fatto violando le norme. Questo il comunicato.
Gli spazi urbani e il loro grande valore collettivo devono essere al centro della visione dell’amministrazione pubblica. Il progetto di architettura ha la capacità di migliorare l’ambiente edificato e intrinsecamente la possibilità di cambiare in meglio la qualità di vita delle persone, dunque dei cittadini. Quello che ci aspettiamo è che il progetto del futuro San Siro tenga conto delle tante riflessioni che hanno accompagnato in questi anni il dibattito pubblico, al quale l’Ordine ha partecipato, di come gli impianti sportivi siano luoghi potenzialmente dinamici, capaci di trascendere dalla loro principale funzione, e di come sia indispensabile trasformarli in centralità attrattive, vissute dalle persone. E come tali vanno ripensati.
Come affermato durante il dibattito pubblico confermiamo che il concorso di progettazione resta lo strumento privilegiato per garantire al contempo trasparenza, meritocrazia e il perseguimento del massimo interesse pubblico nella qualità del risultato. Qualora non ci siano le condizioni per una procedura concorsuale, sottolineiamo l’importanza comunque di preservare la trasparenza delle procedure e garantire una chiara visibilità delle ricadute del progetto sul quartiere e sulla città, per difendere gli interessi di chi la abita



