Il derby d’Italia tra Inter-Juventus ha dimostrato chiaramente chi deve stare lassù in cima alla classifica: Simone Inzaghi!
E dunque si è arrivati ai fatti. Quelli che smontano le pantomime a uso mediatico (“guardie e ladri”), le tesi di opinionisti abili a scegliersi lo chaffeur e a dopare il dibattito con sesquipedali panzane travestite da giudizi, non altrettanto abili invece a guardare negli occhi la verità.
L’Inter è la squadra che meriterebbe questo scudetto non tanto per il tasso tecnico superiore a tutte le altre e per il tipo di gioco (esteticamente buono, e certo più moderno di quello sfoggiato ieri da Max Allegri: tutti dietro la linea della palla, a sperare in un errore avversario, da abbinare a un contropiede, che però deve riuscire), ma per la convinzione e la determinazione dell’ambiente, che a loro volta si nutrono di un’atmosfera positiva e solidale creatasi nello spogliatoio.
I giocatori dell’Inter si vedono volentieri tra loro, si divertono giocando, stringono i denti quando c’è da farlo, e vivaddio portano a casa – come non facevano nei primi due anni di gestione tecnica inzaghiana – anche le cosiddette “partite sporche”.
Inter-Juventus ha dimostrato che lassù la squadra nerazzurra ci sta bene e ci sta meritatamente. Inutile fare la radiografia della partita perché a questo punto sarebbe passato remoto: serve solo dire che la verità di cui sopra passa attraverso i guanti dei due portieri protagonisti ieri a San Siro.
Quelli di Sommer, immacolati: zero tiri in porta, zero parate.
Quelli di Szczęsny, ancora bollenti per i prodigiosi interventi che hanno evitato alla Juventus un passivo di 3-0. Il portiere polacco è davvero l’estremo difensore più bravo della serie A (non si offenda il francese del Milan Maignan).
Inter,
Inter-Juventus ha dimostrato chi deve stare lassù in cima alla classifica…
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Cosa accade ora? Lo sappiamo tutti: i tifosi juventini coveranno le ultime speranze nelle settimane a venire pensando agli impegni gravosi dell’Inter in Champions, dei cui effetti collaterali sperano di poter approfittare.
Quelli nerazzurri incroceranno le dita per lo stesso motivo, ma con un tocco di fiducia in più, dopo questa vittoria.
Poi c’è quell’asterisco atalantino da evadere: se l’Inter superasse i ragazzi di Gasperini (uno che quando vede Inter ha il fumo che esce dalle narici) andrebbe a + 7 sulla rivale bianconera. E a quel punto le incognite sarebbero sempre in campo: a + 7 la concentrazione degli interisti rimarrebbe immutata?
In caso di distacco a +4 o + 5 gli effetti sarebbe quelli di stimolo, per i nerazzurri, a restare concentrati sulla Serie A senza pensare troppo alle glorie (tutte da dimostrare) in Coppa? E la Juve?
Accuserà il colpo per la manifesta inferiorità di gioco e di convinzione dimostrata a San Siro, allentando la tensione emotiva abilmente costruita da quella vecchia volpe di Allegri?
O resterà nella scia con occhi famelici, aspettando il passo falso di Lautaro (ieri stanco e non al top) e compagni? Il romanzo della Serie A ha ancora tante pagine da scrivere.