L’Inter è incredibilmente seconda e Beppe Vigani consiglia a Inzaghi di leggere Paulo Coelho: senza coraggio il fallimento è dietro l’angolo
Il copione dell’anno scorso è arrivato sul tavolo di Simone Inzaghi: con le provinciali, è sempre la solita storia. Ormai, ci vuole l’alka seltzer per alleviare il mal di pancia del tecnico piacentino.
La prendiamo larga per provare a capire che cosa accade ogni qualvolta l’Inter non incontra squadre di alto blasone. Quando il calendario sembra sorridere ai nerazzurri ecco l’harakiri che nessuno si aspetta.
Dopo il 5-1 rifilato al Milan, i nerazzurri sono riusciti a convincere solo un paio di volte: con Benfica e Salernitana. Per il resto un bidone di bicarbonato per non essere assaliti dal bruciore di pancia.
Real Sociedad, Empoli, Sassuolo e poi Bologna per capire se bisogna andare al manicomio.
I nerazzurri non riescono a stare in testa alla classifica per più di una gita sul lago di Como, prima di essere posseduta dai fantasmi del 2021-2022 e della stagione scorsa.
Contro il Bologna, sabato, la partita era iniziata con i prodomi di una goleada: neanche un quarto d’ora e nerazzurri sul 2-0. Poi il buio. Un rigore tanto assurdo quanto inopinabile per i felsinei (Lautaro Martinez, travestito da Superciuk, cintura in modo sconsiderato Lewis Ferguson) è l’inizio della fine.
Da quel momento la squadra finalista dell’ultima Champions non riesce a mettere sotto scacco gli avversari, tanto che è raggiunta sul 2-2.
Inter, senza seconda stella fallimento per Inzaghi e società…
Inter, Inzaghi leggi Paulo Coelho perché il fallimento è dietro l’angolo
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Ci risiamo. Le motivazioni spariscono, non si generano e la partita segue il canovaccio ormai risaputo. Gridano ancora vendetta le sconfitte del campionato appena passato con Empoli, Spezia, Monza e altri match in cui gli Inzaghi-boys non sono riusciti a uscire dal campo con punti in classifica.
È accaduto in ben dodici occasioni. Eppure questa squadra è la più forte da almeno tre anni.
Crediamo che la difficoltà del mister di non riuscire a tenere la squadra sulla corda, sia conclamata. Appare chiaro che siano i giocatori a trovare stimoli nelle partite che contano, mentre nei match secondari (che valgono, comunque, sempre tre punti) gli stessi non riescano a generarli in modo automatico. Inzaghi non è per natura un motivatore, ma in un calendario così fitto, bisogna imparare a farlo.
È altrettanto evidente che cinque punti persi in casa con due provinciali è un Urlo di Munch e che i demoni siano già usciti dalle stanze di Viale Liberazione. Giuseppe Marotta e Piero Ausilio si sono fatti sentire, anche se hanno rasserenato lo stesso mister, che comunque non può stare tranquillo.
Quest’anno il contratto gli è stato rinnovato fino al 2025, ma la seconda stella è l’obiettivo: mancarlo comporterebbe il fallimento dell’intero management del club e il suo allontanamento in un amen.
Questo è lo scenario, non ce ne sono altri. Il grande scrittore Paulo Coelho ne è convinto: “Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire”. Intesi Simone?



