Se l’Inter è questa, quella contro il Sassuolo non vincerà niente. La speranza che la squadra di Dionisi sia una tassa per tutte le altre, Milan compreso
A questo punto si deve sperare che il Sassuolo si riveli una tassa per tutte le rivali nella corsa allo scudetto. A San Siro la squadra di Alessio Dionisi corre dal primo all’ultimo minuto, si rivela letale – come sempre – in contropiede, sfoggia una prestazione difensiva impeccabile e poi, beh, c’è il solito Domenico Berardi, col suo solito goal, bellissimo e sempre identico a sé stesso, che peraltro anche un certo Robben sfornava in fotocopia.
Dall’altra parte c’è la Tempesta Perfetta: una squadra stanca nel fisico (il nostro sospetto è: non solo per gli impegni, bensì anche per la preparazione atletica) ma anche nella mente, obnubilata da una certa presunzione; una coppia d’attacco, la cosiddetta Thu-La, che comincia ad accusare pause; un tecnico, Simone Inzaghi, che non sembra fatto per le lunghe competizioni, ed è ironico che lo dimostri già da ora.
Sì perché in questo avvio di stagione il tecnico piacentino ha già spremuto ampiamente i suoi giocatori- chiave, con i quali, forse, non riesce proprio a fare il “sergente cattivo”: servono scelte scomode e, soprattutto, un atteggiamento non così conservativo.
Inter-Sassuolo, Inzaghi ha capito che Lautaro Martinez è stanco?
Inter così non va. Ma ora il Sassuolo sia una tassa per tutte…
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Era evidente da Real Sociedad-Inter che Lautaro Martinez fosse stanco, non aveva senso farlo partire titolare, tantomeno tenerlo in campo fino alla fine. E poi Barella e Mkhitaryan, altri due che dovrebbero ricaricare le pile, tanto più che c’è un Frattesi scalpitante in panca e che si è dimostrato anche forse un po’ immalinconito dal ruolo di eterno subentrante.
Infine, la scelta di togliere Thuram nel finale: se c’era un modo per saltare il centrocampo in ottima salute del Sassuolo, sperando in un gol negli ultimi minuti, era quello di sfruttare i centimetri e l’intelligenza della prima punta francese pescandolo dalle retrovie. Inserire il minuto Sanchez, nemmeno in condizione fisica ottimale, per darlo in pasto ai centrali del Sassuolo, è stato puro autolesionismo. Inzaghi avrebbe dovuto mantenere le due punte in campo, al massimo piazzare il cileno da rifinitore.
La sconfitta, siamo chiari, è meritatissima: il Sassuolo ha tirato più e meglio nella porta rispetto all’Inter (ottima nei primi 20 minuti, solo discreta nel resto del primo tempo, infine inguardabile per tutto il secondo tempo), ha giocato con più intelligenza, non ha mai rischiato il recupero dell’Inter. Ora Inzaghi e la squadra hanno la partita di Salerno per recuperare: servono i tre punti a prescindere da quel che accadrà in Atalanta-Juve, Milan-Lazio e Lecce-Napoli.



