Durante un’intervista, l’ex giocatore dell’Inter Mario Balotelli ha parlato della sua esperienza in nerazzurro, parlando anche dell’episodio di Inter-Barcellona, che segnò la definitiva rottura con i tifosi interisti e portò alla cessione nel mercato estivo
Mario Balotelli è ormai un lontano parente del giocatore che abbiamo tutti ammirato nel decennio passato; l’attuale attaccante del Sion ed ex attaccante tra le altre di Inter e Milan, si è concesso per un’intervista, nella quale ha rivelato qualche aneddoto di quando vestiva la maglia nerazzurra.
Durante l’intervista, Balotelli ha affermato di essere tifoso milanista, ma ha anche ringraziato l’Inter e la famiglia Moratti, allora proprietaria della società nerazzurra, perché è soltanto grazie a loro che Balotelli è diventato qualcuno.
Inter, Balotelli: non sanno quanto ho pianto per i fischi
Inter, Balotelli: all’Inter devo tantissimo, con il Barcellona sbagliai a gettare la maglia
LEGGI ANCHE Inter, Simone Inzaghi vede lo scudetto: punta al record di Mancini…
L’attaccante ha poi ricordato i due anni disputati in maglia nerazzurra, dove ha si vinto tutto quello che poteva vincere, ma verrà sempre ricordato per il brutto gesto al termine della semifinale d’andata di Champions League contro il Barcellona. Balotelli ha affermato che è stato un gesto che non rifarebbe; ha poi parlato del rapposrto con i suoi compagni di squadra e del suo rapporto con Mourinho.
Ecco le parole di Mario Balotelli.
Quanti anni ho fatto in nerazzurro? Con le giovanili cinque anni. All’Inter devo tantissimo, l’ho amata e la amo tantissimo tuttora, poi nel cuore sono milanista però devo praticamente tutta la mia carriera all’Inter perché mi ha lanciato e ha creduto in me, a Moratti devo tutto. Materazzi è uno di quelli che mi ha sempre aiutato. Se mi ha picchiato dopo Barcellona? Mi ha rincorso, questo è vero, poi siamo entrati nello spogliatoio e… Cosa è successo? È successo che in questa partita importantissima, semifinale di Champions io entro a partita in corso ed entro anche bene. Poi sbaglio una o due palle e San Siro comincia a fischiarmi e non l’ho presa bene, l’ho presa veramente male. Avevo 18 anni, sicuramente errore mio la mia reazione finale però cavolo, io amavo l’Inter con tutto il cuore e ci sono rimasto troppo male quel giorno lì. Sono tornato a casa e piangevo, ti dico la verità. Mi hanno fischiato e ho avuto una reazione dove, a fine partita, ho buttato la maglia per terra. Ma non era una reazione per dire ‘che schifo’, era proprio contro loro in quel momento lì perché ero arrabbiato e non capivo il senso. Erano esagerati quei fischi in quel modo. Com’è Mou? Simpaticissimo, ho avuto un rapporto un po’ particolare. A volte ci parliamo anche adesso. Ho avuto un bel rapporto con lui però ha un carattere, a volte, difficile da gestire. E anche io ho un carattere difficile da gestire, a volte si andava allo scontro ma era uno scontro paterno, tra padre e figlio mai scontri senza rispetto. Posso raccontare un piccolo episodio che la gente non sa. Partiamo da Appiano Gentile per andare a giocare a Catania: appena usciti da Appiano ho un diverbio con Mourinho nel pullman, non mi ricordo perché. Mi ricordo solamente che sono sceso dal pullman, ho preso la macchina e sono tornato a casa e quella era la partita che poi l’Inter aveva perso 2 a 1… Un casino. Delle cavolate che ho fatto però mi sono sempre preso le responsabilità



